©chiaravaccari2022 • tutte le immagini presenti in questo sito sono soggette a copyright e senza il consenso dell'autore non è consentito il loro utilizzo
Esite un modo per amare il bambino?
Oppure l’amore è un naturale atteggiamento insito nell’animo degli adulti?
Credo che ogni adulto mantenga il bambino interiore in varie declinazioni, come già afferma Eric Berne quando parla dei 3 stati dell’Io (genitore, adulto e bambino).
Korczak con chiarezza e lucidità riporta la sua esperienza come medico e come educatore con i bambini. Ed è incredibilmente affascinante rendersi conto dell’attualità di quest’opera che è stata pubblicata per la prima volta nel 1918.
Ogni capitolo è un mondo intero e non lascia dubbi, per chi ha già vissuto molte età della vita anche accanto a dei bambini.
Da mamma, mi sono spesso trovata in situazioni che mi hanno fatto riflettere su quale sia veramente il ruolo che la nostra società affida al bambino.
Nell’anno 2020 è davvero sensato, utile, rispettoso decidere della vita sociale, della salute psichica e fisica andando contro ad ogni buonsenso, violando ogni diritto del bambino?
E’ davvero utile proteggere da una malattia curabile rinchiudendo un bambino dentro casa?
Quali conseguenze potranno esserci, a lungo termine, in un organismo in crescita privato della sua naturale vivacità, voglia e bisogno di muoversi, di condividere, di giocare ed imparare?
Nel 2020 è stata davvero rispettata, seppur nell’emergenza, la Convenzione sui diritti dell’infanzia riguardo questa fascia d’età?
Chi doveva proteggere questi diritti ha veramente fatto tutto il possibile?
Oppure è stato più semplice un compiaciuto silenzio a riguardo?
Psicologi, pedegogisti, psichiatri, educatori dov’erano quando all’improvviso e per lunghissimo tempo ogni diritto conquistato con grandi fatiche è stato tolto ai più piccoli?
Certo la legge, rispettata a suo modo quando fa comodo, sopratutto dagli adulti, disattesa da chi sa che alcune cose sono impossibili da attuare, non è fatta per il bene delle persone, siano essi adulti o bambini.
Mi chiedo se l’intenzione sia stata e sia tutt’ora volontaria di colpire una nazione nella sua parte più preziosa.
D’altronde in Italia è chiaro che da molti anni oramai il ruolo educativo riguardo all’infanzia sia per la maggior parte disatteso.
E’ davvero il ruolo dell’educatore rivolto solo all’infanzia o serve ‘a tutto il mondo’, come direbbe Gianni Rodari?
Se oggi, succede che vengono attaccati dalla polizia manifestanti pacifici, allora il lavoro degli educatori di tali rappresentati dello Stato è stato vano.
Quale persona dotata di buon senso e rispetto per gli altri esseri umani può scagliarsi violentemente contro donne, uomini e bambini che manifestano pacificamente il loro dissenso per imposizioni ritenute lesive di ogni diritto di libertà ed espressione?
Che infanzia e adolescenza hanno avuto tali adulti al servizio del Paese che accettano tali imposizioni dall’alto? Quale vuoto educativo hanno patito?
Allora il ruolo della scuola diviene fondamentale per tutta l’umanità, per crescere persone che possano vivere in pace e armonia, con se’ stessi, con gli altri e con il mondo.
Il ruolo dell’educatore è rivolto, a mio avvisto, in primis verso le famiglie che sono i più importanti educatori. Famiglie che sono spesso abbandonate e che devono talvolta cercare di abbattere muri metaforici che vengono eretti tra educatori/insegnanti e la scuola.
Muri che inglobano nel mezzo i soggetti più fragili quali i bambini.
L’educatore come un moderno Don Chisciotte:
In cuore abbiamo tutti un Cavaliere
pieno di coraggio,
pronto a rimettersi sempre in viaggio,
e uno scudiere sonnolento,
che ha paura dei mulini a vento…
Ma se la causa è giusta, fammi un segno,
perchè
-magari con una spada di legno-
andiamo, Don Chisciotte, io son con te!
G. Rodari Don Chisciotte in Filastrocche lunghe e corte
L’educatore dovrebbe avere il cuore di un poeta e la mente di uno scienziato, e come scrive benissimo Gianni Rodari:
Intendo per passione la capacità di resistenza e di rivolta; la volontà di azione e di dedizione; il coraggio di sognare in grande; la coscienza del dovere che abbiamo, come uomini, di cambiare il mondo in meglio, senza accontentarci dei mediocri cambiamenti di scena che lasciano tutto com’era prima; il coraggio di dire no quand’è necessario, anche se dire sì è più comodo, di non fare come gli altri, anche se per questo bisogna pagare un prezzo…
Dunque il lavoro dell’educatore non quello di fornire verità, ma quello di aspirare alle verità, cercare le verità insieme agli educanti, lavorare affinchè ogni diritto venga rispettato, ogni bambino venga ascoltato e ogni famiglia possa crescere con la consapevolezza che il cammino della vita è sempre impegnativo e mai lineare.
I primi educatori sono per forza di cose i genitori e Korczak ci da un’immagine incredibile di come può e dovrebbe agire un genitore.
‘… nessun libro, nessun medico possono sostituire il proprio attento pensiero, la propria attenta percezione’
J. Korczak
Dunque un genitore dovrebbe ascoltare prima il proprio istinto che è necessariamente una conseguenza di esperienze e fatti di vita vissuti, dunque ‘bambino di molti’ perchè appunto nell’esperienza della madre sono coinvolti i copioni transgenerazionali e dunque l’educazione non è un fatto del singolo.
Korczak anticipa la teoria delle intelligenze multiple di Gardner quando parla dei ‘tipi di intelligenza‘ e di ‘test psicotecnici‘.
Il diritto dell’adulto al riposo viene presto in contrasto con il diritto del bambino ad essere ascoltato e consolato, in questa lotta talvolta quotidiana risiede probabilmente il più difficile e importante passo verso l’accettazione che una nuova vita è arrivata per cambiare il corso della propria.
Il difficile inizio della madre che deve imparare ad ascoltare il proprio figlio, e spesso non ascoltare chi non vive e conosce questo essere umano nuovo e in costante evoluzione.
I ‘due incantesimi magici‘ del bambino sono il grido e il succhiare, modi di comunicare primitivi e spesso perfetti, che sono propedeutici all’uso delle mani ‘strumenti magici della volontà‘.
Il bambino è dunque un vero e proprio ricercatore verso la conoscenza del mondo, ricerca che avviene ad ogni età in modo diverso e differente.
Korczac con sicurezza afferma che ‘uno stato di benessere facilità l’attività oggettiva del conoscere‘ niente di più attuale e conforme alle teorie dell’apprendimento legate all’imparare con gioia, attraverso le emozioni e, sopratutto, senza la paura, nemica giurata dell’apprendimento.
Il bambino deve essere trattato con rispetto, rispetto delle sue paure, rispetto dei suoi pensieri, rispetto delle sue fragilità e della sua inesperienza.
Il bambino da all’adulto l’importante occasione per migliorare se stesso, per capire veramente quali siano le cose importanti della vita
L’uomo che si allontana dalla propria natura diventa infelice, come già Leopardi affermava ne Lo Zibaldone. Dunque ogni persona deve conservare e cercare di mantenere ciò, la propria natura di uomo, unico e irripetibile
‘Una betulla rimarrà betulla, la quercia quercia, la bardana bardana. Posso risvegliare ciò che sonnecchia nell’animo, ma non posso creare nulla.’
J. Korczak
Dunque il diritto del bambino ad essere se stesso è fondamentale, per evitare di forzare e modificare irrimediabilmente la sua vera natura. Penso alle spesso sbagliate imposizioni nelle scuole primarie dove il programma è ciò che guida l’educatore, programma da rispettare per tutti nello stesso momento e allo stesso modo, quando ogni piccola persona ha in se’ le capacità per poter imparare in autonomia, in un contesto favorevole e con a disposizione i giusti strumenti.
Le neuroscienze ci dicono che i bambini sono esseri autopoietici. Questo termine coniato dal grande sociologo e filosofo cileno Humberto Maturana, cioè i bambini, esattamente come ogni altro seme in natura, contengono in se, in potenza, tutto ciò che serve loro per autorealizzarsi.
Korczak ci insegna che un buon educatore impara dai propri errori, che l’errore, valutato e oggetto di riflessione non si ripeterà nel futuro, mette in guardia dalla mancanza di tempo che porta spesso ad azioni negative. Le capacità riflessive rispetto ad un episodio aiutano la maturazione dell’educatore.
‘Il bambino pensa con il sentimento non con l’intelletto‘ (J. Korczak) per questo motivo comunicare con loro è così difficile. L’educatore dovrebbe avere l’Orecchio Acerbo (G. Rodari) per sentire i più intimi e profondi bisogni di ogni bambino.
Attuali le riflessioni del medico ed educatore polacco riguardo al diritto alla vita.
I bambini di oggi hanno bisogno di vivere, di incontrarsi, di litigare, di sbagliare, di non essere troppo protetti.
Sembra che il ruolo del genitore nel 2021 sia quello di proteggere il bambino, talvolta impedendogli di vivere.
Janusz Korczak